Integrazione è una parola ampia come i diritti a cui si dovrebbe applicare, ma che viene usata spesso solo per richiamare l’idea di un “adeguamento culturale a cui devono attenersi coloro che migrano”, come riporta l’articolo di AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) in apertura di numero. Eppure “se parliamo di integrare i diritti e non adeguare le persone” l’orizzonte cambia totalmente. E diventa appunto un orizzonte grande, capace di accogliere i diritti di tutti: dei cittadini nel sistema, dei pazienti nella società, delle donne nel mondo. Abbiamo bisogno di sentirci integrati e riconosciuti in un gruppo e in una storia che ci protegge e ci fornisce un ruolo come dimostra il successo del premio che le Associazioni di pazienti hanno riconosciuto alle tre innovazioni digitali capaci di fornire una risposta agli unmet needs dei pazienti nel percorso di cura. E abbiamo bisogno, più di quanto non crediamo, di trovare un punto di contatto fra concetti opposti (Chaos & Clarity) o storie diverse (come quella di pubblico e privato in sanità) che ci permettano di aprire spazi di condivisione inaspettati. Perché la vera sfida della modernità è proprio quella di garantirci una maggiore integrazione, e quindi una maggiore capacità di incidere, nella nostra realtà. Ne saremo capaci? Il nuovo numero di eColloquia ci prova e vi aspetta online.
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