Gli eventi avversi degli inibitori dei checkpoint immunitari nel ‘mondo reale’ potrebbero essere più comuni di quelli riportati negli studi clinici iniziali che hanno portato all’ingresso nel mercato di questi agenti. A suggerirlo è uno studio retrospettivo condotto negli Stati Uniti e presentato al Palliative and Supportive Care in Oncology Symposium, a San Diego (California).