In medicina la raccolta di un gran numero di dati provenienti da una popolazione estesa di pazienti è considerata, ormai da molto tempo, l’approccio giusto per giungere alla comprensione dello sviluppo di malattie e alla progettazione delle giuste terapie. È stato, però, pubblicato da poco un articolo della University of California di Berkeley, in collaborazione con la Drexel University di Philadelphia, la University of Pennsylvania e la Groningen University, che suggerisce che l’uso dei big data potrebbero non essere la soluzione migliore.medicina personalizzatabig datamedicinapsichiatriapsicologia