by | Ago 29, 2022 | News
Dichiarazioni a nostro avviso improvvide, quelle dell’ex pallavolista, oggi a capo del Dipartimento Sport della Lega e candidato alla Camera, che ha poi corretto il tiro per rispondere alle inevitabili critiche.
“Bisogna investire di più nello sport, togliendo magari qualcosa alla sanità”. Parola di Luigi Mastrangelo, ex capitano della nazionale azzurra di pallavolo e oggi a capo del Dipartimento Sport della Lega e candidato alla Camera, che ai microfoni di Radio Capital ha poi rincarato la dose: “Per lo sport viene stanziato sempre molto poco e per la sanità tantissimo”.
Dichiarazioni a nostro avviso infelici, soprattutto in considerazione delle drammatiche condizioni in cui versa la sanità italiana, aggravate da una pandemia che ancora non può dirsi sconfitta e che il nostro personale sanitario, peraltro ridotto all’osso, sta affrontando tra enormi difficoltà.
Dichiarazioni che non hanno mancato di generare reazioni sdegnate, anche in ambito politico. Come quella di Simona Malpezzi, presidente dei senatori Pd, che sul proprio profilo Facebook ha definito “sconcertante” la proposta leghista di effettuare “tagli alla sanità per finanziare sport”, aggiungendo: “Non ci sorprende, visto che Mastrangelo fa parte del partito responsabile del disastro in Lombardia, dove il governo di destra ha annullato la medicina territoriale, depauperando tutti i presidi sanitari. Un disastro sotto gli occhi di tutti”.
Rendendosi forse conto di aver commesso una gaffe, Mastrangelo ha in seguito corretto il tiro, attaccando a sua volta gli avversari politici: “Noto con amarezza che da sinistra, quelli che la vita concreta delle persone non sanno minimamente cosa sia, si sono già affannati a replicare alle mie parole. Intendo chiarire che la mia idea, e quella della Lega, si basa su un concetto fondamentale, cioè che un adeguato e calibrato investimento nello sport oggi produce anche un risparmio in sanità domani. Lo sport è benessere fisico, mentale, lo sport è vita. Questo è il messaggio che dobbiamo dare ai giovani, non le squallide polemiche da campagna elettorale”.
Non entriamo nel merito della polemica politica. Ci limitiamo a confermare che uno stile di vita più sano, basato anche sul maggiore ricorso all’esercizio fisico, è senz’altro importante per prevenire problemi di salute. Le esternazioni di Mastrangelo, però, restano quantomeno improvvide. Bene farebbe in futuro, l’ex “muro” azzurro, a calibrare meglio il peso delle proprie parole, specie quando affronta temi delicati come quelli legati alla sanità.
Redazione Nurse Times
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by | Ago 28, 2022 | News
Concorso pubblici con 3500/5000 candidati infermieri è ormai solo un lontano ricordo
L’emergenza infermieri colpisce in modo inesorabile quasi tutte le strutture socio sanitarie della penisola.
Ci sono però delle isole felici, poche, che nel corso degli anni sono riuscite a fidelizzare il proprio personale infermieristico offrendo stipendi più alti rispetto al pubblico….ma non solo, anche una formazione continua capace di stimolare la crescita professionale.
Alcune realtà italiane arrancano nella ricerca di personale infermieristico affidandosi a società per il reclutamento di professionisti dall’estero.
È il caso dell’Emilia Romagna con infermieri provenienti dalla Tunisia, India e Albania.
Nel comasco la situazione è ancora più critica. L”ASST Lariana ha appena concluso un concorso pubblico.
I candidature che si sono presentati erano appena 299, alla prova scritta si sono presentati in 68 e agli orali in 48.
Agli ultimi due concorsi per infermieri banditi dall’Asst Lariana prima del Covid si erano candidati 2mila e 3.500 professionisti sanitari.
Nei giorni scorsi è stata approvata una prima graduatoria. Ma Asst Lariana prepara già un nuovo bando di concorso.
Nella provincia di Como, calcolando anche il fabbisogno delle Rsa e delle future case e ospedali di comunità, ha bisogno di circa 300 infermieri. La delibera approvata dell’Asst Lariana del 24 agosto è costituita da soli 35 infermieri.
Tale graduatoria è stata completamente escussa. Nel fabbisogno risultano ancora vacanti, tra gli altri, trenta posti.
La mancanza di infermieri oltre alle motivazioni che conosciamo, numero insufficienti di neolaureti, e conseguente riapertura dei concorsi negli ospedali meridionali e del centro Italia, c’è un fattore che incide ulteriormente.
I pendolari che attraversano il confine per lavorare nella vicina e attrattiva Svizzera. Stando ai dati dei sindacati in Ticino lo stipendio di un infermiere parte da circa 5mila euro lordi al mese. Anche calcolando tasse e spese è molto di più rispetto ai 1.400 euro netti offerti dal sistema sanitario italiano.
C’è anche un progressivo spostamento verso le partite Iva e la libera professione. Tanti infermieri preferiscono licenziarsi perché i contratti collettivi o di settore non sono abbastanza remunerativi, succede soprattutto nelle Rsa. Quindi scelgono una tassazione minore e chiedono in autonomia anche 35 euro all’ora visto che sono molto ricercati e ambiti.
Così però rinunciano a malattia e ferie, a un lavoro fisso di lunga visione.
E per ovviare alla carenza di infermieri ormai diventata cronica ci si inventa una nuova figura professionale, l’operatore socio-sanitario con funzioni infermieristiche, con il benestare della Federazione Nazionale degli infermieri (FNOPI).
Tale scelta allontana sempre di più la scelta universitaria verso la laurea in infermieristica.
Difatti, conti alla mano, un oss infermiere con un corso di poche ore guadagnerebbe poco meno di un infermiere laureato.
Stiamo decretando la fine della professione infermieristica?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Redazione NurseTimes
Conviene ancora lavorare come infermiere in Italia?
La regione Puglia si avvia verso la stabilizzazione di tutti gli infermieri
Virginia Henderson: metaparadigma e la teoria dei bisogni
Gli infermieri calabresi subiscono l’ennesima ingiustizia
Emergenza infermieri: l’Emilia Romagna li assume da Albania, India e Tunisia
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by | Ago 27, 2022 | News
Si è conclusa poco fa la riunione in regione in videoconferenza tra l’assessore alla sanità Palese, il direttore di Dipartimento Salute della Regione Puglia Montanaro e le organizzazioni sindacali.
I temi trattati sono la sintesi dell’incontro tenutosi ieri con tutti i Direttori Generali delle ASL della Regione Puglia alla presenza del Presidente della Giunta Regionale Michele Emiliano.
Questi riguardano lo stato dell’arte sulle stabilizzazione del personale del Servizio Sanitario Regionale e internalizzazione del Servizio Emergenza Urgenza 118.
Sul tema delle stabilizzazioni degli infermieri secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 268, lettera b) della Legge 234/2021 in materia di valorizzazione della professionalità acquisita dal personale che ha prestato servizio anche durante l’emergenza Covid-19 nelle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale e della c.d. Legge “Madia” la regione si è dichiarata disponibile ad estenderla a tutti gli aventi diritto.
In seguito alla ricognizione di tutti gli enti del Servizio sanitario regionale detta stabilizzazione produce uno splafonamento sulle risorse previste dagli attuali piani triennali del fabbisogno del personale (PTFP).
La Regione ha dato disposizione di modificare le risorse degli attuali PTFP in termini di professionisti da stabilizzare. Per farlo serviranno ulteriori risorse su cui sarà necessario un decreto di Giunta regionale di stanziamento anticipato rispetto ai prossimi incrementi di tetto di spesa.
Risorse su cui è stata data la garanzia a tutte le organizzazioni sindacali presenti e la volontà di coprire il 100% della spesa per il completamento delle stabilizzazioni.
Redazione NurseTimes
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Alvisa Palese, Professoressa ordinaria in Scienze Infermieristiche, nuova presidente della Conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie
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by | Ago 26, 2022 | News
Virginia Henderson nasce il 30 novembre 1897 ed è conosciuta per le sue teorie sul Nursing. Proprio come Florence Nightingale, la “fortuna” nel campo infermieristico, è stata trovata tramite una battaglia: la prima guerra mondiale.
La sua carriera comincia nel 1921 quando decide di accettare un’offerta di lavoro come infermiera a New York e nel 1922 inizia anche ad insegnare infermieristica in un ospedale. Nel 1930 è stata proclamata membro della facoltà insegnando nei corsi di processo infermieristico analitico e pratica clinica lasciando una vera e propria impronta del suo modo di vedere il Nursing.
Lei però non è stata solo una grande infermiera, infatti la sua carriera ha avuto un risvolto anche come scrittrice e ricercatrice.
Infatti la Henderson ha anche curato la quarta edizione del libro di Bertha Harmer “Textbook of the Principles and Practice of Nursing”; ha diretto il progetto di “indice sugli studi infermieristici” ed è stata autrice e coautrice di molte altre opere importanti. Ha anche scritto un opuscolo dal titolo “Basic Principles of Nursing Care” che é stato pubblicato nel 1960. Durante la sua carriera ha quindi conseguito risultati importanti tra cui diversi diplomi di dottorato onorario e il primo premio “Christiane Reimann”.
Una delle frasi più importanti che lei ha detto è la seguente: “Mentre è importante stabilire che esistono bisogni comuni a tutti, è altrettanto importante rendersi conto che tali bisogni vengono soddisfatti a seconda del modo diverso di concepire la vita, di cui esistono infinite varietà.”
Tutto questo fa capire in pieno il suo modo di vedere, perché secondo il suo pensiero, sono i bisogni alla base delle problematiche di cui i pazienti sono portatori, tanto che non bisogna vedere i pazienti come singole patologie, ma in maniera olistica. È chiaro che i bisogni cambiano a seconda della persona ed ecco anche la motivazione per cui bisogna effettuare un’assistenza personalizzata.
I bisogni fondamentali per ognuno di noi, secondo la Henderson, sono 14:
Respirare.Mangiare e bere.Eliminare i liquidi corporei.Muoversi e mantenere la posizione eretta.Dormire.Vestirsi e svestirsi.Mantenere un’adeguata temperatura corporea.Tenere il corpo pulito, i capelli e i vestiti ben sistemati e proteggere la cute.Evitare i pericoli derivati dall’ambiente esterno ed evitare di ferire altri.Comunicare con gli altri esprimendo emozioni, bisogni, paure o opinioni.Seguire la propria fede e religione.Lavorare.Partecipare alle varie forme di ricreazioneFavorire un normale sviluppo, curando la salute.Il tutto quindi si basa sul riconoscimento di questi ultimi, cercando di evitare che si accumuli la patologia e di prevenire determinate problematiche, lasciando sempre l’autonomia residua del paziente.
Metaparadigma: i quattro concetti
Persona
Unica e unita, costituita da mente e corpo, indivisibili tra loro. La persona è un entità che necessita di assistenza, per poter perseguire la propria salute o incamminarsi verso una morte tranquilla.
Salute
Rappresenta l’autonomia della persona a gestire i propri bisogni di salute (14 elencati precedentemente).
Ambiente/società
non definito in particolar modo. L’ambiente ha un ruolo nella comparsa di malattie, gli individui sani possono controllarlo. Per cui tutto ciò che è esterno alla persona influisce il suo bisogno di salute.
Nursing
Lavoro di gruppo per poter sostenere la persona e i suoi bisogni di salute, finché non ripristina la propria autonomia.
Assistenza Infermieristica
Per Henderson l’infermiere può erogare la propria assistenza su 3 livelli:
sostituire: l’infermiere si sostituisce alla persona per potergli garantire i 14 bisogni di salute a cui la persona non può provvedere in autonomia.aiutare: la persona risulta parzialmente autonoma e l’infermiere lo sostiene in modo tale da permettergli di raggiungere tutti i propri bisogni di salute.accompagnare: l’infermiere serve ad educare e a relazionarsi con la persona affinché possa crearsi in autonomia un proprio progetto assistenziale.Dott.ssa Taccogna Federica
Virginia Henderson: metaparadigma e la teoria dei bisogni
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by | Ago 26, 2022 | News
Egregio Direttore di NurseTimes,
Sono un vostro accanito lettore, Infermiere.Vi ringrazio per il Vs contributo e sostegno verso noi tutti (operatori sanitari e non). Grazie ai vostri articoli, riusciamo finalmente ad unire la nostra categoria, da Nord a Sud. Tanto premesso.
Sono a raccontarvi l’ennesima ingiustizia della sanità Calabrese, ovvero: il mancato pagamento del PREMIO COVID 19 – PER TUTTI GLI OPERATORI SANITARI.
Il Decreto Aiuti e successivamente il DCA 14 del 31.12.2021 della regione Calabria, prevede il pagamento del bonus dal periodo Marzo ad agosto 2020, suddivendo il pagamento in base alle aree di rischio lavorativo. (ALTO-MEDIO-BASSO). Pagamento mai avvenuto in tutte le Asp/Ao calabresi. In questo momento storico, in Calabria, giustamente si pensa a colmare i gap mancanti, nelle strutture sanitarie, arruolando nuovi medici di provenienze cubana. Giusto.
Ma anche noi operatori calabresi, che da 2 anni a questa parte lavoriamo ininterrottamente, anche a rischio della propria vita, abbiamo bisogno del sostegno della politica locale.
In tutte le regioni italiane è stato erogato il PREMIO COVID 19 agli operatori sanitari, molti lo hanno ricevuto per 2 volte.
Chiediamo anche noi, sanitari calabresi, il rispetto e giusta considerazione per il proprio lavoro.La Calabria faccia un atto di amore verso chi finora è stato in silenzio facendo fino in fondo il proprio dovere; ci venga erogato da subito il PREMIO COVID 19.
Redazione Nurse Times
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