Prevenzione delle malattie cardiovascolari, presentate le linee guida ESC per i pazienti

Prevenzione delle malattie cardiovascolari, presentate le linee guida ESC per i pazienti

Il documento della Società europea di cardiologia è modulato sulla versione rivolta agli operatori sanitari.

La prima versione per i pazienti delle linee guida della Società europea di cardiologia (ESC) sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari è stata presentata al Congresso europo di cardiologa ESC 2022 di Barcellona. Il documento si basa sulla versione più lunga rivolta agli operatori sanitari e descrive come viene determinata la probabilità di avere un infarto o un ictus nei prossimi dieci anni, come modificare le abitudini di vita per ridurre il rischio e quali trattamenti potrebbero essere necessari in base al livello di rischio attuale.

Stephan Achenbach, presidente ESC, ha dichiarato: “In qualità di professionisti sanitari, vorremmo vedere i pazienti partecipare attivamente alle decisioni sulle loro cure e, di fatto, fornire loro informazioni appropriate li rende partner ancora migliori nelle discussioni. Lo sviluppo di linee guida specifiche per i pazienti è un modo per l’ESC di contribuire a una migliore educazione del paziente, aggiungendo un nuovo tipo di alfabetizzazione sanitaria che informi i pazienti e integri l’importante lavoro già svolto dalle società cardiache nazionali e dalle organizzazioni di pazienti”.

Indipendentemente dal rischio, tutti dovrebbero smettere di fumare, seguire i consigli su alimentazione, peso corporeo e attività fisica, controllare la pressione sanguigna. Gli adulti di tutte le età dovrebbero mirare ad almeno 150-300 minuti di intensità moderata o 75-150 minuti di attività fisica ad alta intensità a settimana.

Il documento consiglia di rimanere il più attivo possibile e che un po’ di esercizio è meglio di niente. Una dieta nutriente è fondamentale per la salute del cuore e il consiglio è quello di adottare una dieta mediterranea o simile, ovvero: sostituire i grassi saturi (es. fast food, carne rossa) con quelli insaturi (es. olio d’oliva, avocado); ridurre l’assunzione di sale; mangiare più cereali integrali, frutta, verdura e noci; mangiare pesce almeno una volta alla settimana; bere non più di 100 g di alcol a settimana; e ridurre l’assunzione di zucchero aggiunto.

Una versione per il paziente delle Linee guida ESC per la diagnosi e il trattamento dell’insufficienza cardiaca acuta e cronica è stata lanciata a maggio. Richard Mindham, rappresentante del paziente nel Forum dei pazienti dell’ESC, coinvolto nelle linee guida per l’insufficienza cardiaca, ha dichiarato: “Questa versione semplificata è parallela alle linee guida professionali, spiegando il percorso che un paziente dovrebbe percorrere insieme alla diagnosi, al trattamento e alla cura dello scompenso cardiaco . Di conseguenza può aiutare i pazienti a comprendere l’intero processo che stanno attraversando e fornisce informazioni sufficienti per incoraggiare i pazienti a prendere parte al processo decisionale condiviso. Con questa conoscenza i pazienti possono vedere se stanno ricevendo cure ottimali e chiedere se c’è qualcosa che non viene loro offerto. Ad esempio uno o più dei quattro farmaci noti per migliorare la prognosi dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta o una riabilitazione completa programma”.

La professoressa Tiny Jaarsma, coordinatore del progetto, ha spiegato come sono state sviluppate le versioni per i pazienti delle linee guida ESC: “Abbiamo riunito un team di rappresentanti dei pazienti, infermieri e medici che erano stati coinvolti nello sviluppo delle linee guida professionali. Abbiamo iniziato con una pagina bianca e un approccio flessibile: abbiamo utilizzato la nostra conoscenza dell’interazione con i pazienti e della scrittura di altri materiali per i pazienti per considerare ciò che devono sapere e come presentarlo. I presidenti delle linee guida del CES hanno dato la loro approvazione finale”.

E ha aggiunto: “Speriamo nel supporto delle società cardiache nazionali e degli operatori sanitari per tradurre le versioni inglesi nella loro lingua locale in modo coordinato. Abbiamo appositamente progettato i documenti per essere facilmente adattabili, ad esempio con una grafica semplice. Diversi paesi hanno già iniziato a tradurre le linee guida, il che è un’ottima notizia. Abbiamo creato un piano di disseminazione specifico per ciascuna serie di linee guida poiché le popolazioni target sono molto diverse. Per la prevenzione delle malattie cardiovascolari tutti noi potremmo utilizzare queste linee guida. Il nostro obiettivo finale ora è portare le linee guida per i pazienti dove possono davvero fare la differenza. Vogliamo che ogni medico e infermiere siano in grado di fornirle a ogni paziente”.

Redazione Nurse Times

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Bergamo, mancano infermieri nelle Rsa: si assume da Perù e Bolivia

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Per far fronte alla carenza di personale sanitario nelle residenze per anziani del territorio si guarda al Sudamerica.

Infermieri reclutati in Sudamerica per far fronte alla carenza di personale nelle Rsa della Bergamasca. Una carenza quantificabile in circa 350 unità e riguardante anche un centinaio di medici. E per provare a sanarla in tempi brevi l’Acrb (Associazione case di riposo bergamasche) ha deciso di guardare a Perù e Bolivia, nazioni da cui arriveranno una quindicina gli infermieri ogni mese a partire da settembre, dopo aver ricevuto un’adeguata formazione con corsi di italiano.

“La nazionalità non fa differenza – ha dichiarato Barbara Manzoni, presidente dell’Associazione San Giuseppe –. Siamo aperti a ogni soluzione e lavoriamo su questo tema. Noi stiamo facendo uno sforzo importante, anche economico. La politica e il legislatore, però, debbono fare la loro parte”.

Anche Uneba Lombardia, organizzazione di categoria che unisce centinaia di enti e realtà non profit, nei mesi scorsi aveva in programma di assumere, dopo il periodo estivo, circa 400 infermieri dal Sudamerica, di cui una quarantina per Rsa e strutture sociosanitarie della Bergamasca.

Intanto l’Acrb lavora anche a progetti per la formazione degli Asa (ausiliari socio-assistenziali), affiancata da Regione Lombardia, che ha avviato corsi di aggiornamento per i cosiddetti super oss. Tali figure, però, potranno entrare in campo solo tra alcuni mesi.

Redazione Nurse Times

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Camposampiero (Padova), salto nel vuoto dall’ottavo piano dell’ospedale: morto operatore sanitario

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L’uomo, un 36enne originario della provincia di Vicenza, si sarebbe lanciato da una finestra dopo essersi tolto il camice. Sconcerto tra i colleghi: “Era un professionista esemplare”.

Si è tolto la vita davanti a una decina di persone tra colleghi, degenti e loro famigliari, lanciandosi nel vuoto dall’ottavo piano dell’ospedale di Camposampiero (Padova) durante il turno di servizio. Protagonista del dramma, un operatore sanitario di 36 anni, originario della provincia di Vicenza, che stando alle prime ricostruzioni sarebbe saltato da una finestra affacciata su un cortile interno dopo essersi tolto il camice, averlo ripiegato e appoggiato su una sedia.

L’uomo non ha lasciato alcun biglietto che spiegasse l’estremo gesto e i carabinieri intervenuti sul posto hanno subito escluso la complicità di terzi. Ovvio lo sconcerto tra i colleghi, che lo descrivono come un “professionista esemplare, con un futuro luminoso davanti”. Chi lo conosceva avrebbe riferito agli inquirenti che era da poco rientrato dalle ferie estive e che non aveva mai manifestato alcun disagio psichico. Si escluderebbe anche l’ipotesi di gravi patologie fisiche.

Redazione Nurse Times

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La paziente sogna un caffè al bar e l’ambulanza fa una sosta “Che bel regalo”

La paziente sogna un caffè al bar e l’ambulanza fa una sosta “Che bel regalo”

Un desiderio semplice ma irrealizzabile da tanto tempo. Maria sognava un caffè al bar, da gustare all’aperto, possibilmente baciata dal sole. E sognava anche di fumarci su una sigaretta, magari due, quelle alle quali ha dovuto dire addio durante il suo lungo ricovero. Una piccola trasgressione, un piacere, le si legge sul volto, che amava concedersi spesso.

Ha provato a esprimerlo, il suo desiderio, si è detta “magari si può fare”, e ha incontrato chi è stato felice di realizzarlo. «La signora era ricoverata nell’ospedale di Pozzuoli dal settembre scorso, adesso la stiamo trasferendo in un’altra struttura sanitaria, e ci è sembrato bello poterla accontentare quando ha chiesto se era possibile fermarsi per un caffè», raccontano gli operatori sanitari dell’ambulanza.

La sosta

Il mezzo ha accostato vicino al bar di un’area di servizio sulla statale, la signora Maria, settantenne, adagiata sulla barella, è stata portata al’esterno, dove c’era un bel sole. Ed è lì che si è goduta il suo caffè.

«Che bel regalo che mi hanno fatto questi due signori», ha detto, raccontando che purtroppo non è guarita dalla sua malattia e l’aspetta un nuovo ricovero. Ma intanto questo piccolo gesto di cuore le ha disegnato sul viso un sorriso largo, che i pixel sulla foto quassù purtroppo nascondono: «Se fosse per me mostrerei anche il volto, ma va a finire che mia sorella si arrabbia». Per la privacy, certo, ma forse, chissà, anche per le due sigarette “rubate” gustate insieme al caffè.

Redazione NurseTimes

Tratto da “Il corriere del Mezzogiorno”

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Patologie alla tiroide tra gli infermieri di Ponte a Niccheri: i Cobas vogliono vederci chiaro

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Gli organismi sindacali autonomi dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli (Firenze) chiedono all’Azienda Sanitaria di fare luce sulla vicenda.

“Dei 34 infermieri in servizio nelle sale operatorie, in 19 sono assunti da più di due anni. Tra loro, tre hanno avuto negli ultimi anni un tumore tiroideo accertato e operato, sette hanno gozzo, noduli o struma tiroideo, due una tiroidite”. Così, in una lettera-denuncia, Domenico Mangiola, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Cobas) dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli (Firenze), che chiede all’Azienda Usl Toscana Centro di valutare immediatamente la situazione.

Mangiola vuole vederci chiaro sulle numerose patologie alla tiroide, più o meno gravi, segnalate nel presidio noto anche come Ponte a Niccheri. Sono tutte patologie riguardanti infermieri over 45 in servizio da almeno due anni, mentre nessun caso è stato riscontrato tra i 15 nuovi assunti.

“Si tratta di una situazione insolita, complessa e articolata, che richiede una dovuta attenzione degli organi competenti e degli esperti radiologici”, spiega il rappresentante dei lavoratori, invitando l’Azienda sanitaria a fare luce sulla vicenda per “contribuire a rimuovere eventuali fattori di rischio o altre anomalie”.

Le sale operatorie del Santa Maria Annunziata sono sei: tre di vecchia data e altrettante di nuova costruzione. Per le prime i Cobas chiedono la consultazione del “documento preventivo”, ossia la valutazione di rischio radiologico.

Immediata la replica di Paolo Morello, direttore generale dell’Ausl Toscana Centro: “Tutti i lavoratori classificati come esposti al rischio sono sorvegliati, e le dosimetrie del personale delle sale operatorie non hanno evidenziato superameti delle misure di esposizione”. Inoltre dai dati scientifici non emerge correlazione “tra le patologie osserviate e l’esposizione professionale”, aggiunge lo stesso Morello, promettendo comunque che la medicina preventiva e la fisica sanitaria continueranno a monitorare i casi con tutti gli strumenti scientifici disponibili.

Redazione Nurse Times

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