Aggressioni al personale sanitario, Federsanità plaude all’iniziativa del ministro Speranza

Aggressioni al personale sanitario, Federsanità plaude all’iniziativa del ministro Speranza

La presidente Tiziana Frittelli approva l’istituzione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari (12 marzo): “Occorre investire in comunicazione”.

Da Federsanità arriva un plauso all’istituzione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebrerà il 12 marzo ed è stata decisa con decreto del ministro della Salute, Roberto Speranza.

Plauso espresso a chiare lettere da Tiziana Frittell (foto), presidente di Federsanità e direttore generale dell’Ao San Giovanni Addolorata di Roma: “Concordo pienamente con l’iniziativa intrapresa dal ministro, che va nella direzione della disseminazione e della corretta informazione. Occorre, infatti, investire in comunicazione, soprattutto per quanto attiene all’operato di tutti i professionisti che operano nelle nostre strutture, al fine diripristinare un clima di fiducia e di rispetto che si è andato negli anni perdendo, creando un corto circuito culturale rispetto al lavoro di chi, ogni giorno, presta servizio a favore del bene e della tutela della salute di tutti”.

Già nel 2018 Federsanità, in collaborazione con Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici), lanciò un’indagine che coinvolse tutte le aziende sanitarie e ospedaliere associate, con l’obiettivo di monitorare, a dieci anni dalla sua emanazione, lo stato di attuazione della raccomandazione del ministero della Salute n. 8 del novembre 2007, riguardante la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Un tema, purtoppo, sempre attuale, ciome testimoniano le aggressioni avvenute negli ultimi giorni agli ospedali Perrino di Brindisi, Pellegrini di Napoli e San Luca di Lucca.

“Grazie ai dati che all’epoca abbiamo raccolto – spiega Frittelli – siamo riusciti a condividere gli accorgimenti innovativi, già adottati in alcune aziende sanitarie che, di propria iniziativa, avevano già nel 2018 messo in atto best practices, rendendo le struttureveramente sicure e a prova di aggressione, spesso in collaborazione congli enti locali e le forze dell’ordine. Per questo le abbiamo censite, elaborando con un gruppo di lavoro ad hoc, un vademecum di indicazioni concrete da mettere a disposizione di tutte le aziende sanitarie e coinvolgendo la catena del rischio che opera nelle strutture, dai responsabili del servizio di prevenzione e protezione ai risk manager. Siamo convinti che spesso le ragioni di alcune situazioni e le loropossibili soluzioni siano connesse tra loro”.

Redazione Nurse Times

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Lucca, paziente positivo al Covid scatena il caos in Pronto soccorso: mani al collo di un infermiere

Lucca, paziente positivo al Covid scatena il caos in Pronto soccorso: mani al collo di un infermiere

Nuova episodio di violenza all’ospedale San Luca, dove un uomo ha aggredito l’operatore che gli chiedeva di rispettare le norme anti-contagio.

Prosegue il momento critico sul fronte delle aggressioni al personale sanitario in Italia. Dopo gli episodi registrati negli ultimi giorni agli ospedali Perrino di Brindisi e Pellegrini di Napoli, una nuova segnalazione arriva dal San Luca di Lucca, dove un infermiere è stato oggetto di violenza sia verbale che fisica a opera di un uomo sulla sessantina positivo al coronavirus, solo perché gli chiedeva di rispettare le normative anti-contagio.

Portato in piena notte al Pronto soccorso per accertamenti urgenti, il paziente, come da protocollo, è stato subito indirizzato verso l’area Covid, ma si è categoricamente rifiutato di accedervi e persino di indossare la mascherina. Ne è nata un’accesa discussione col personale sanitario, presto degenerata, al punto che l’uomo ha afferrato per il collo un infermiere.

Pe revitare il peggio sono state allertate le forze dell’ordine, anche perché l’unica guardia giurata presente nella tenda di filtraggio davanti al reparto si era dovuta allontanare poco prima per un altro servizio urgente. Sul posto è così accorsa una volante della polizia. Gli agenti hanno placato gli animi e identificato l’aggressore, invitandolo a rispettare le normative, per poi denunciarlo con l’accusa di lesioni e violenza a incaricati di pubblico servizio.

Rabbia e sconcerto tra gli operatori, già alle prese con turni molto pesanti e semptre più spesso costretti a fare i conti con soggetti che non intendono rispettare neanche le più elementari regole anti-contagio. Il precedente più clamoroso risale a metà ottobre, allorché la polizia denunciò un 51enne lucchese che aveva seminato il caos al Pronto soccorso dello stesso San Luca, picchiando sei infermieri e causando loro lesioni con prognosi fino a 30 giorni.

Redazione Nurse Times

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Napoli, paura all’ospedale dei Pellegrini: aggredite due infermiere

Napoli, paura all’ospedale dei Pellegrini: aggredite due infermiere

Non volendo aspettare il suo turno per la visita, un uomo in preda al mal di denti ha messo a soqquadro il Pronto soccorso. Per il sindacalista Giuseppe Alviti occorre ricorrere al personale dell’Esercito.

Napoli di nuovo teatro di un’aggressione ai danni del personale sanitario. Questa volta – non la prima – è toccato all’Ospedale dei Pellegrini, dove un uomo si è presentato in Pronto soccorso, asserendo di essere in preda al mal di denti e pretendendo di entrare subito per essere assistito.

Al triage gli è stato attribuito un codice non emergenziale, ma il paziente non voleva saperne di aspettare e ha dato in escandescenze, aggredendo due infermiere e sfondando un vetro del reparto. Per porre fine alle sue intemperanze si è reso necessario l’intervento di una pattuglia della polizia (allertata dal personale in servizio) che ha fermato e identificato l’aggressore. A una delle due operatrici aggredite sono stati assegnati cinque giorni di prognosi.

Sul tema dei sempre più frequenti episodi di violenza negli ospedali partenopei è intervenuto il sindacalista Giuseppe Alviti, leader Associazione nazionale guardie particolari giurate, già Medaglia d’argento al valor militare. A suo dire sarebbe opportuno “militarizzare i pronto soccorso con personale dell’Esercito, affiancato da guardie giurate in numero maggiore e con poteri autoritativi e certificativi, almeno durante l’espletamento del proprio servizio”.

Redazione Nurse Times

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Tesi infermieristica “Indagine conoscitiva sulla diffusione del protocollo BLSD in ambito extraospedaliero”

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NurseTimes è l’unica Testata Giornalistica Sanitaria Italiana (Reg. Trib. Bari n. 4 del 31/03/2015) gestita da Infermieri, quotidiano divenuto punto di riferimento per tutte le professioni sanitarie

Sono numerose le tesi di laurea che arricchiscono il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati in medicina, infermieristica e a tutti i professionisti della sanità di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale (redazione@nursetimes.org). 

Ogni pubblicazione su NurseTimes è spendibile nei concorsi e avvisi pubblici.

Riceviamo la tesi della dott.ssa Maria Servino, laureatasi presso l’Università Tor Vergata di Roma.

Abstract

Background

L’arresto cardiaco è una condizione clinica d’emergenza, caratterizzata dall’improvvisa e inaspettata interruzione dell’attività cardiaca, dalla perdita di conoscenza e delle capacità respiratorie. Si tratta di una situazione così grave che, se non s’interviene immediatamente o in pochissimi minuti, provoca dei danni permanenti al cervello o la morte dell’individuo colpito.

Salvare una persona dall’arresto cardiaco è spesso una lotta contro il tempo: proprio per questa ragione, è fondamentale una maggiore diffusione dei defibrillatori soprattutto fuori dagli ospedali, accompagnata da più informazioni che ne consentano un utilizzo efficace. L’arresto cardiaco extraospedaliero risulta essere attualmente una delle cause di morte più frequenti nei paesi industrializzati. Numerosi studi sostengono ampiamente l’importanza dell’educazione alle manovre rianimatorie rivolta alla popolazione laica come possibile strategia per contrastare l’emergenza.

L’anno 2021 ha visto l’evolvere della situazione come una luce in fondo al tunnel, uno spiraglio di fiducia e speranza per la sopravvivenza post- arresto. Infatti in quest’anno qualcosa è cambiato con la Legge n.116 del 04 agosto entrata in vigore dal giorno 28 dello stesso mese.

Essa fornisce le disposizioni in materia per la diffusione e l’utilizzazione dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni presso le sedi delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in cui siano impiegati almeno quindici dipendenti e che abbiano servizi aperti al pubblico; nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università e negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nei porti, a bordo dei mezzi di trasporto aerei, ferroviari, marittimi e della navigazione interna che effettuano tratte con percorrenza continuata, senza possibilità di fermate intermedie, della durata di almeno due ore e, comunque, presso i gestori di pubblici servizi.

L’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico è consentito anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco è comunque consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso dei requisiti di cui al primo periodo. Si applica l’articolo 54 del codice a colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare.

Obiettivi

L’obiettivo del presente elaborato di tesi mira, dunque, ad indagare il livello di cultura del cittadino riguardo il protocollo BLSD, il quale prevede la conoscenza delle manovre salvavita di base e l’uso del defibrillatore con lo scopo di fornire le competenze necessarie per creare una rete di cittadini qualificati che prontamente riescono ad intervenire in modo da prevenire danni cerebrali irreversibili e consentire il ritorno spontaneo della circolazione.

Materiali e metodi: per la realizzazione del presente elaborato di tesi è stato necessario partire da una revisione della letteratura e con l’utilizzo della banca dati  internazionale pubmed sono stati cercati articoli attraverso termini liberi e termini MesH. È stata sviluppata una strategia di ricerca utilizzando la struttura PIO e la stessa strategia è stata ristretta a studi pubblicati con abstract disponibile e con limite temporale di 5 anni. Un totale di 5 studi sono stati selezionati ed inseriti nella revisione.

Contemporaneamente è stato proposto un questionario rivolto alla popolazione composto da 16 items ed ottenendo complessivamente 172 risposte. È stato poi fatto il punto della situazione della città di Acerra, mio luogo d’origine e dove attualmente vivo, in cui un’associazione dal nome “Acerra Viva” si è occupata di raccolte fondi per acquistare un defibrillatore da donare alla città

Risultati

I risultati degli studi utilizzati rispondono chiaramente all’obiettivo della revisione attraverso le statistiche ottenute mediante le variabili dell’arresto cardiaco extraospedaliero. Di fondamentale importanza è lo studio di Kitamura T et al., 2016 il quale dimostra che l’aumento dell’uso della defibrillazione ad accesso pubblico da parte degli astanti in Giappone è stato associato ad un aumento del numero di sopravvissuti con un esito neurologico favorevole dopo un arresto cardiaco extraospedaliero con paziente in fibrillazione ventricolare.

Dal questionario somministrato alla popolazione sono emersi risultati davvero importanti, infatti da esso si evince che la maggior parte dei cittadini non ha conoscenze sull’argomento e questo fa riflettere su eventuali interventi da programmare ed attuare in futuro per il bene di tutti.

Conclusioni

In conclusione si può affermare che è di fondamentale importanza prevenire i fattori di rischio quali il fumo di sigaretta, ipertensione, ipercolesterolemia, obesità, vita sedentaria, uso di droghe, abuso di alcol.    

La rianimazione cardiopolmonare è uno strumento indispensabile nell’ambito del primo soccorso fornito ad una persona che perde coscienza. Il ripristino del ritorno della circolazione spontanea è solamente il primo passo di un trattamento rianimatorio ed intensivo, la cui qualità condiziona in modo significativo l’outcome del paziente.

Pertanto è fondamentale la formazione di personale non sanitario alle manovre salvavita e all’uso del defibrillatore, il quale può essere utilizzato da chiunque si trovi in una condizione d’emergenza secondo la legge n.116 del 2021.

L’obiettivo resta quello di fornire le competenze necessarie ad un numero sempre più alto di individui, in modo che si riesce prontamente ad intervenire nel momento in cui una persona perde coscienza, smette di respirare e non ha più circolo. L’ideale sarebbe quello di far diventare ogni città cardioprotetta e quindi creare una rete di defibrillatori sempre disponibile in caso di emergenza.

Nella tesi è possibile visionare gli allegati quali Appendici degli studi utilizzati per la revisione della letteratura, domande formulate per il questionario con apposite risposte in percentuale e questionario somministrato al presidente dell’associazione “Acerra Viva” per fare il punto della situazione in città.

Maria Servino

Tesi: “Indagine conoscitiva sulla diffusione del protocollo BLSD in ambito extraospedaliero”

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La consulta FNOPI garantirà percorsi omogenei nei corsi di laurea in infermieristica

La consulta FNOPI garantirà percorsi omogenei nei corsi di laurea in infermieristica

Maxi-riunione della Consulta della formazione universitaria FNOPI sugli argomenti caldi del momento per la professione infermieristica: fabbisogni – legati anche alla forte carenza di organici -, docenze universitarie, specializzazioni.

Alla sessione svolta in presenza e in videoconferenza nella sede della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), hanno partecipato 160 tra professori, direttori/coordinatori dei corsi di laurea in infermieristica, dei corsi di laurea in infermieristica pediatrica e dei corsi di laurea magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche.

La riunione ha portato alla condivisione di linee di indirizzo sulla formazione infermieristica e all’analisi dell’attuale contesto formativo.

I temi al centro del dibattito sono stati le docenze accademiche a contratto nel Ssn e l’attività dei coordinatori e dei tutor dei corsi di laurea.

Le valutazioni sulla formazione e sulle opportunità da percorrere hanno preso in considerazione anche le nuove possibilità offerte dal PNRR.

L’obiettivo è quello di garantire percorsi formativi omogenei a livello nazionale dal punto di vista organizzativo dei poli didattici, l’analisi dell’offerta formativa dei posti negli atenei e dell’attrattività della professione, concentrandosi sulle necessità future di sviluppo.

La Consulta continuerà a lavorare in gruppi di lavoro tematici per rivedersi poi a breve e periodicamente in modo da concretizzare le azioni da prendere per i vari aspetti analizzati

La Consulta, nata nel giugno 2017 per favorire il confronto e la crescita culturale sulle tematiche di interesse per la professione infermieristica, sviluppa la collaborazione e il coordinamento tra la Federazione, tutti i professori e chiunque a livello universitario si occupi della formazione professionale infermieristica con incarichi di responsabilità ed è, quindi, un luogo di confronto e di comunicazione e ha un ruolo di proposta nei confronti della stessa Federazione proponendo, segnalando e collaborando sulle diverse tematiche di interesse.

I pareri espressi dalla Consulta sono valutati poi dal Comitato Centrale della Federazione e contribuiranno ad orientare la politica istituzionale.

Redazione Nurse Times

Fonte: Fnopi
L’articolo La consulta FNOPI garantirà percorsi omogenei nei corsi di laurea in infermieristica scritto da Dott. Simone Gussoni è online su Nurse Times.