Vaccini, YouTube rimuove video di disinfomazione

Vaccini, YouTube rimuove video di disinfomazione

La piattaforma di proprietà di Google ha deciso di vietare i contenuti “pericolosi”.

La piattaforma YouTube ha annunciato che vieterà contenuti no vax che “contraddicono il consenso degli esperti delle autorità sanitarie locali” o dell’Oms. Inoltre saranno cancellati gli account di diversi attivisti no vax diventati popolari, come Joseph Mercola e Robert F. Kennedy Jr, nipote di JFK.

L’ntento è mettere al bando i video di disinformazione sui vaccini, anti-Covid e non solo. Saranno pertanto rimossi tutti quelli che sostengono, ad esempio, che i vaccini non riducono la trasmissione o la contrazione della malattia, o che causano autismo, cancro e infertilità.

Si tratta di un ampliamento della politica di Youtube che aveva già bandito la disinformazione sui vaccini contro il coronavirus. Il nuovo regolamento vieta anche la promozione di “rimedi o cure pericolosi: contenuti che affermano che sostanze o trattamenti dannosi possono avere benefici per la salute”.

Redazione Nurse Times

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Ascoli e San Benedetto, esposto Nursind all’Ispettorato del lavoro: “Violato il diritto al riposo degli infermieri”
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Ascoli e San Benedetto, esposto Nursind all’Ispettorato del lavoro: “Violato il diritto al riposo degli infermieri”

Ascoli e San Benedetto, esposto Nursind all’Ispettorato del lavoro: “Violato il diritto al riposo degli infermieri”

Il sindacato denuncia i turni massacranti a cui devono sottostare i lavoratori in servizio nei blocchi operatori dei due presidi.

“Ancora una volta ci siamo rivolti all’Ispettorato del lavoro per denunciare le condizioni di lavoro in cui versano gli infermieri dei blocchi operatori dei presidi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, in violazione di ogni norma sul diritto al riposo. Violazioni che mettono a repentaglio la salute degli operatori e dei pazienti”. Così recita una nota a firma di Maurizio Pelosi, segretario territoriale di Nursind Ascoli Piceno – Fermo. Di seguito il testo dell’esposto inviato all’Ispettorato del lavoro.

Il dott. Maurizio Pelosi, nato a San Benedetto del Tronto il 28/03/1976 C.F.: PLS MRZ 76C28 H769P e ivi residente alla via Ancona n. 5.

premesso che

a) È segretario territoriale del Sindacato NurSind di Ascoli Piceno-Fermo;b) Nei primi giorni di settembre 2020 i dipendenti Infermieri dei blocchi operatori dei presidi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, riferivano allo scrivente delle irregolarità relative all’organizzazione lavorativa all’interno delle citate strutture, gestita da ASUR Area Vasta 5 Ascoli Piceno.c) Più in particolare gli infermieri ci rappresentavano una lesione del loro diritto al lavoro persistente da 2 decenni per quando riguarda le pronte disponibilità mensili, dove il CCNL prevede di norma 6 pronte disponibilità al mese (Art. 28 CCNL del 21/05/2018). Ebbene in questa Area Vasta 5 gli infermieri sono costretti a farne più del doppio al mese (fino a 15/16 al mese, in allegato turni di lavoro di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto), addirittura gennaio 2015, 22 pronte disponibilità!d) Ciò sebbene il sottoscritto abbia incontrato più volte i Dirigenti Asur e di Area Vasta chiedendo un rapido intervento, ma nulla è accaduto.e) E nonostante in data 10 febbraio 2019 gli Infermieri del Blocco operatorio di Ascoli Piceno, inviavano tramite PEC un primo esposto all’Ispettorato di Ascoli Piceno (vedi allegato 1), nulla è stato fatto dalla parte datoriale per risolvere il problema.f) Alcuni infermieri (vedi timbrature in allegato 2) ci hanno comunicato di aver superato l’orario di lavoro giornaliero (ricordiamo Max 12 ore e 50’ nelle 24 ore) in violazione di ogni e qualsiasi norma in materia.g) Il turno di lavoro programmato e firmato ufficialmente dalla parta datoriale, per ciascun mese, è sviluppato in debito orario, ovvero che non colma le ore dovute da raggiungere nel mese in questione dal dipendente.

Tutto ciò premesso, il sottoscritto

DENUNCIA

i fatti esposti e chiede che sia accertato se le condizioni di lavoro degli infermieri, così come organizzato il servizio dall’azienda Area Vasta 5, siano legittime, anche alla luce della violazione della normativa statale e contrattuale in materia di orario di lavoro. In caso di accertamento di violazioni di legge da parte della datrice si chiede che siano irrogate tutte le relative sanzioni.

Redazione Nurse Times

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San Luca: infermiera muore nel parcheggio dell’ospedale investita da una collega

San Luca: infermiera muore nel parcheggio dell’ospedale investita da una collega

Tragico incidente nel parcheggio dell’ospedale San Luca di Lucca: mentre stava facendo manovra con la propria auto, un’operatrice sociosanitaria ha investito e ucciso l’infermiera Giovanna Colombini. Vani i tentativi di rianimazione.

Infermiera morta investita da una collega

Si è trattato di attimi: è successo tutto nella prima mattinata di martedì 28 settembre, quando la vittima malcapitata stava attraversando il parcheggio a piedi per recarsi nel reparto di competenza dell’ospedale, dove avrebbe iniziato il turno a breve. Nel frattempo, una collega che stava facendo manovra a bordo della propria automobile l’ha investita, facendola cadere a terra e provocandole un terribile urto con l’asfalto.

Infermiera morta investita: i tentativi di soccorso

Non appena la donna si è resa conto dell’accaduto, ha immediatamente chiamato i soccorsi che l’hanno trasportata immediatamente al pronto soccorso in codice rosso, e successivamente nel reparto di rianimazione dove è morta in mattinata. La donna e gli altri colleghi del reparto sono ancora scossi e presi dallo sconforto per il terribile avvenimento.

Infermiera morta investita: le dinamiche e le polemiche

Ancora da accertare la dinamica dell’incidente, sulla quale i carabinieri di San Concordio hanno aperto un’inchiesta; non si esclude che la vittima possa aver avuto un malore prima dell’urto fatale, che sembrerebbe essere avvenuto a velocità moderata.

La donna aveva 56 anni, mentre l’operatrice sociosanitaria che l’ha investita è una sessantenne. Il parcheggio dell’ospedale San Luca è da anni al centro di polemiche perché scarsamente illuminato ed insufficientemente spazioso per le tante persone che ogni giorno si recano all’ospedale per lavorare.

Redazione Nurse Times

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Medicina della riproduzione: effetti positivi del resveratrolo nel trattamento dell’infertilità

Medicina della riproduzione: effetti positivi del resveratrolo nel trattamento dell’infertilità

Lo dimostrano i risultati di tre studi condotti da ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia.

Il resveratrolo, un polifenolo contenuto anche in alcuni alimenti e noto per le proprietà nutraceutiche e salutistiche in campo biologico, sembra rappresentare una molecola importante anche per la medicina della riproduzione, attraverso un’azione esercitata a livello dei mitocondri delle cellule. È stato oggetto, nel corso di questo anno, di tre studi condotti in collaborazione da ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia, che hanno portato alla pubblicazione di altrettanti articoli scientifici.

Protagonisti sono docenti appartenenti a differenti specialità mediche e biologiche e che hanno suscitato molto interesse in ambito scientifico. Gli studi vedono anche la partecipazione di una nota azienda farmaceutica locale, in linea con la terza missione dell’Ateneo, che prevede l’attivazione di processi di interazione diretta tra la ricerca scientifica universitaria e il tessuto imprenditoriale della nostra regione.

Un primo studio, pubblicato sull’autorevole rivista internazionale Fertility and Sterility dal professor Bernard Fioretti, del Dipartimento di Chimica, biologia e biotecnologie di Unipg, ha gettato le basi sulle conoscenze di fisiologia e biologia, mostrando l’effetto positivo del resveratrolo sulla funzionalità mitocondriale delle cellule dell’ovaio.

Un secondo studio clinico sulle pazienti sottoposte a procreazione medicalmente assistita, condotto dal professor Sandro Gerli, del Dipartimento di Medicina e chirurgia, e pubblicato sul Journal of Maternal, Fetal, Neonatal Medicine, ha fornito prove di migliori risultati clinico-biologici nel trattamento dell’infertilità in pazienti pretrattate con resveratrolo.

Il terzo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Medicine dalla professoressa Elisabetta Costantini, del Dipartimento di Medicina e chirurgia, ha mostrato un miglioramento della funzionalità degli spermatozoi dopo la somministrazione del resveratrolo in pazienti con infertilità.

Redazione Nurse Times

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Di seguito la nota del Sindacato Medici Italiani, Funzione Pubblica Cgil Medici, Sindacato Italiano Medici del Territorio

Roma, 29 sett. – “Gentile Presidente Massimiliano Fedriga, le scriviamo in merito alla bozza di Accordo Collettivo Nazionale dei medici di medicina generale, ancora in discussione, che per noi è centrale per le prospettive di riforma dell’assistenza territoriale contenute nel PNRR”.

“Apprezziamo che la Conferenza delle Regioni discuta dei cambiamenti che la pandemia impone alle organizzazioni sanitarie e alla medicina generale. Allo stesso tempo constatiamo, con rammarico, che venga proposto un Accordo Collettivo Nazionale (ACN) anacronistico e slegato dalle proposte contenute nel PNRR” così in una lettera aperta, Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani, Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN e Mauro Mazzoni, Segretario Nazionale SIMET.

“Questo ACN, infatti, non tiene conto dei progetti e della riforma dei rapporti di lavoro che il Piano di Ripresa e Resilienza potrebbe prevedere. Mentre nel documento della Conferenza delle Regioni, si affrontano aspetti centrali che mirano ad una maggiore organizzazione di sistema, sia attraverso le modifiche dei rapporti di lavoro, che non possono continuare ad essere incardinate su un modello della libera professione del medico “single practice”, sia attraverso l’istituzione di nuclei operativi polifunzionali, le case di comunità, nelle quali anche i medici potranno essere inquadrati nella dirigenza del SSN. Dall’altra parte la proposta contenuta nell’ACN rimane ancorata a vecchie logiche organizzative che nella pandemia si sono dimostrate inadeguate a sostenere il lavoro dei professionisti. Queste decisioni molto importanti richiederebbero la condivisione delle organizzazioni sindacali di categoria, che al contrario non sono state coinvolte nella loro globalità”.

“Nella bozza di accordo nazionale, addirittura, vengono introdotti elementi di arretramento retributivo e gestionale: gli aumenti sono vincolati alla parte variabile della busta paga e alla disponibilità delle singole regioni, generando disparità di trattamento e disuguaglianze nell’offerta di salute dei cittadini”.

“Per queste ragioni siamo convinti che bisogna creare una forte sinergia tra la contrattazione dell’ACN e il confronto sulle proposte della Conferenza delle Regioni per il PNRR, così come auspichiamo un intervento diretto del Ministro della Salute in questo senso”.

“Per i medici di medicina generale si è aperta una stagione difficile, aggravata da una campagna mediatica denigratoria senza precedenti che serve solo a distrarre l’attenzione dei cittadini dal reale problema della grave carenza di professionisti e dallo smantellamento dei servizi sanitari pubblici perpetrato in questi anni.

Auspichiamo, infine, che la Conferenza delle Regioni apra un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per costruire, insieme, un programma di riforma che sia coerente nell’esigenze contrattuali dell’ACN e quelle organizzative contenute nel PNRR, per una sanità pubblica, equa ed universale a tutela della salute sociosanitaria della cittadinanza” concludono Onotri, Filippi, Mazzoni.”

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