by Antonio | Lug 31, 2021 | News
Sanità, Infermieri Nursing Up De Palma: «Vogliamo finalmente un alveo di contrattazione per le elevate professionalità sanitarie»
ROMA 31 LUG 2021 – «Il 5 agosto prossimo, partirà l’attesa trattativa per il rinnovo del contratto del comparto della sanità.
Si tratta del preludio per arrivare alla stesura di un contratto di vitale importanza per tutte le categorie della sanità, fondamentale per capire se la pubblica amministrazione e chi la rappresenta, e le stesse organizzazioni sindacali di categoria, si rendono conto del reale valore, dell’importanza, che tutte le professioni sanitarie rivestono, da ultimo anche alla luce dello strenuo impegno profuso ogni giorno, a costo della vita, durante la Pandemia.
Possiamo dire che il Presidente Caparini, del Comitato di Settore, ha mantenuto la sua parola, perchè aveva promesso al nostro sindacato che avrebbe sollecitato l’Aran per far partire prima possibile le contrattazioni.
Come Nursing Up, sulla scia della nutrita partecipazione di colleghi provenienti da tutta Italia alle manifestazioni di Roma e Milano, vigileremo, affinché questo contratto realizzi, finalmente, quella valorizzazione che gli infermieri, ma anche le altre professioni sanitarie con la medesima base giuridica, stanno aspettando da tempo.
E’ tempo di dar corpo e sostanza a quell’alveo di contrattazione per le elevate professionalità, nell’ambito delle previsioni della direttiva Brunetta, i cui contenuti sono stati confermati e ripresi anche da una recente fondamentale direttiva del Comitato di Settore».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Tutto questo alla luce della prevista possibilità di dare finalmente un degno e meritato riconoscimento al nostro personale sanitario che svolge ruoli caratterizzati da elevata professionalità, e tra questi in primis gli infermieri.
E’ compito della contrattazione collettiva rivisitare gli ordinamenti professionali, con l’obiettivo di valorizzare le posizioni e i ruoli non dirigenziali, per i quali siano richiesti i più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionali, e/o le più elevate competenze professionali e specialistiche.
Il Comitato di Settore ha confermato i contenuti della direttiva madre, quella di Brunetta: di conseguenza siamo di fronte a un contratto dal campo profondamente aperto, con le parti in causa chiamate a riconoscere agli infermieri e alle professioni sanitarie il posto che meritano nell’ordinamento contrattuale.Noi riteniamo che ci siano tutte le condizioni per riconoscere, agli infermieri, la collocazione nell’alveo contrattuale autonomo al quale hanno diritto, in quanto professionisti a tutti gli effetti.
Ma questo sarà anche il contratto che servirà finalmente a finalizzare le risorse ottenute, attraverso le nostre battaglie, ci riferiamo alle lotte e manifestazioni da noi portate avanti in tutte le piazze d’Italia nell’anno 2020, che ci hanno permesso di ottenere l’indennità specifica infermieristica e l’indennità per le altre professioni sanitarie.
Parteciperemo a questa tornata contrattuale con la carica, l ’emozione e la grinta che ci contraddistinguono da sempre, forti del mandato delle migliaia di infermieri che, con noi nelle piazze, hanno combattuto fianco a fianco per chiedere ed ottenere l’indennità professionale specifica e che ora chiedono a gran voce quella valorizzazione contrattuale che non deve e non può più attendere».
Redazione Nurse Times
Nursing up. Rinnovo contratto infermieri: riconoscere il posto che meritano
Liguria, Asl 1: avviso pubblico per 56 infermieri
La termoregolazione del neonato al momento del parto: gli aspetti da considerare nella gestione dell’assistenza termica
Trattamento mini invasivo dell’insufficienza mitralica, pubblicato lo studio GIOTTO
Dispositivi medici: “Sì all’infermiere prescrittore”
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by Antonio | Lug 31, 2021 | News
Avviso Pubblico a tempo determinato (per titoli e colloquio), per il conferimento di n. 56 incarichi nella posizione di Collaboratore Professionale Sanitario – Infermiere
In esecuzione della deliberazione numero 634 del 18/06/2021 è indetto Avviso Pubblico a tempo determinato (per titoli e colloquio), per il conferimento di n. 56 incarichi nella posizione di Collaboratore Professionale Sanitario – Infermiere.
PROCEDURA TELEMATICA E MODALITA’ DI INOLTRO DELLA DOMANDA
Al fine di formulare la domanda di ammissione all’avviso il candidato deve collegarsi al seguente link
https://asl1liguriaison.iscrizioneconcorsi.it
Pubblicato sulla GU n.60 del 30-07-2021. Scade il 14 agosto 2021.
Contributo per la copertura delle spese della procedura; a tal fine il candidato deve allegare alla domanda copia della ricevuta che attesti l’avvenuto versamento, tramite bollettino postale, della somma di € 10,00 (dieci/00) sul conto corrente postale n. 1002074209, intestato ad ASL n. 1 Imperiese Iscrizione Concorsi Servizio Tesoreria, o tramite bonifico bancario utilizzando il codice IBAN IT50M0760110500001002074209, con indicazione nella causale del concorso per il quale si presenta domanda.
Bando in allegato.
Redazione Nurse Times
Allegato
Bando-concorso-pubblico-infermiereDownload
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by Antonio | Lug 31, 2021 | News
Introduzione
Alla nascita il neonato passa, repentinamente, da un ambiente caldo e accogliente, come quello dell’utero materno, ad un ambiente freddo e disagevole come quello della sala parto e quindi dalla temperatura corporea materna di 37° a quella della sala parto di circa 25°. E’ noto come la temperatura del neonato alla nascita sia un elemento fortemente predittivo dell’outcome in tutte le età gestazionali.
Uno degli aspetti cruciali dell’assistenza, quindi, è favorire la termoregolazione evitando lo stress da freddo e l’ipotermia, situazione clinica questa che potrebbe comportare una serie di temibili complicanze ed un aumento del rischio di morbilità e mortalità specialmente nei neonati VLBW (Very Low Birth Weight) o con età gestazionale inferiore alle 33 settimane. In uno studio su 5277 bambini con peso alla nascita compreso tra 401 e 1499 g., la temperatura di ammissione in TIN era inversamente correlata alla mortalità con un incremento dellastessa mortalità del 28% per ogni diminuzione di 1° C.
Un altro studio, più recente, su 1764 bambini nati tra 22 e 33 settimane l’età gestazionale ha dimostrato un aumento di 1,64 volte della morte neonatale precoce nei neonati con temperatura di ammissione <36° C. Si calcola che dal momento della nascita la temperatura corporea del neonato possa scendere di 2 -3°C in poco tempo se non vengono adottate precauzioni particolari atte a fornire e conservare calore.
Conseguenze cliniche del freddo
ll neonato risponde al freddo aumentando la termogenesi chimica e riducendo la dispersione termica attraverso la vasocostrizione cutanea, condizione che causa però ipoperfusione tissutale, aumento della glicolisi anaerobia, quindi accumulo di acido lattico e acidosi metabolica. Lo stato di acidosi è molto pericoloso in quanto aumenta le resistenze polmonari e provoca ipertensione polmonare, aggravamento dello shunt dx-sin. e ipossia, situazione quest’ultima che contribuisce ulteriormente ad aumentare le resistenze polmonari.
La persistenza di ipossia, acidosi e scarsa perfusione tissutale limitano la funzionalità di diversi organi comeil cervello che può manifestare danni neurologici, il cuore che viene depresso (bradicardia e ipotensione), i polmoni con diminuzione di sintesi di surfattante, i reni che possono subiredanni al tubulo renale, riduzione del riassorbimento dell’acqua e quindi diuresi idrica con possibile disidratazione, che contribuisce ad aggravare la già precaria situazione cardiocircolatoria.Frequente si registra ipoglicemia per utilizzo dei carboidrati a scopo calorico.
La gestione della temperatura diventa, quindi, una azione determinante per realizzare una ottimale assistenza, specialmente, nei neonati estremamente pretermine che sono più suscettibili alle ampie variazioni di temperatura e all’ipotermia per svariati motivi riferiti a:A. Immaturità del centro di termoregolazione.B. Diminuita termogenesi per minori riserve di grasso bruno e inefficacia dell’attività muscolare volontaria (pianto e agitazione) e involontaria (brivido).C. Eccessiva termodispersione per elevato rapporto tra superficie cutanea e massa corporea, minor isolamento termico per ridotti depositi di grasso bianco sottocutaneo e per immaturità e maggiore permeabilità della cute all’acqua.
Aspetti da considerare nella gestione termica
A – Termolisi. Le perite di calore possono avvenire, attraverso la cute, aria espirata, urine e feci, secondo quattro modalità:
1. Conduzione, questa modalità determina perdite caloriche modeste a meno che il neonato non venga adagiato a contattodiretto su una superficie fredda.
2. Irraggiamento per mezzo di onde elettromagnetiche che si propagano nel vuoto in assenza cioè di materia. La cute irradia calore come fa un qualsiasi oggetto caldo verso elementi più freddi, come per esempio pareti e finestre della sala parto.
3. Convezione, di solito questa modalità determina perdite limitate e dipende dall’effetto di correnti d’aria circostanti più fredde che portano via calore dal neonato.
4. Evaporazione soprattutto nel grave prematuro. Queste perdite sono dovute alla latente evaporazione dell’acqua sulla superficie cutanea bagnata di liquido amniotico (perspiratio insensibilis). Il passaggio dallo stato liquido a quello gassoso richiede energia che sottrae, quindi, calore alla cute che si raffredda.
Nel neonato in sala parto le perdite di calore avvengono in maniera cospicua, specialmente, attraverso il meccanismo dell’evaporazione. E’ importante, quindi, porre nel più breve tempo possibile il neonato in una incubatrice e considerare che, in caso di utilizzo di quelle a parete singola, la temperatura operativa, quindi effettiva, si calcolerebbe sottraendo 1°C dalla temperatura impostata per ogni 7°C di differenza in meno fra la temperatura della stanza rispetto a quella dell’incubatrice.
B – Termogenesi. La produzione di calore nella prima settimana di vita nel neonato a termine, decisamente meno nel prematuro, è rappresentata dalla termogenesi chimica, cioè produzione di calore grazie all’ossidazione di un particolare tessuto adiposo chiamato tessuto adiposo bruno, che deve il suo nome al suo colorito brunastro per la ricca vascolarizzazione.
Questo particolare tessuto è presente in determinati distretti del corpo del neonato e cioè lungo la colonna, alla base del collo, dietro lo sterno, tra le scapole, in sede pararenale e intorno all’aorta. E’ formato da cellule adipose con numerose gocce lipidiche nel citoplasma e numerosi mitocondri, ricco di capillari e terminazioni nervose. Esso sviluppa una quantità di calore 3 volte superiore rispetto al tessuto adiposo bianco (27 calorie/grammo contro 9 calorie/grammo), ma il suo metabolismo consuma molto ossigeno e in un soggetto ipossico questa via può essere bloccata tanto è vero che la temperatura corporea di un neonato ipossico anche se esposto per poco tempo al freddo si riduce bruscamente. L’utilizzo da parte del neonato del grasso bruno può essere alterato anche a causa di farmaci, emorragia endocranica, ipoglicemia e malformazioni del sistema nervoso centrale.
La produzione di calore, invece, dovuta ad attività motoria è limitata così come quella che si può realizzare attraverso il brivido, che si attiva solo quando la temperatura ambientalescende sotto i 15°C.
C – Risparmio calorico. Il modo più semplice, che ha a disposizione un neonato, per risparmiare calore è sistemarsi nella postura di maggior flessione, che è naturale per un neonato a termine sano ma può essere imposta ad un neonato pretermine, che tende ad assumere, invece, una postura ‘batraciana’ che esalterebbe le perdite caloriche esponendo tutta la superficie cutanea. Altri modi per risparmiare calore sono rappresentati dalla vasocostrizione al freddo e dalla presenza del tessuto sottocutaneo, che nel pretermine è meno presente con riduzione della capacità isolante.
D – Neutralità termica. E’ indispensabile, per limitare le perdite caloriche anche garantire un ambiente termicamente neutrale(NTE = Neutral Thermal Environment), che è quello nel quale il neonato riesce a mantenere costante la sua temperatura con il minimo consumo di ossigeno (4,83 calorie/L di ossigeno consumato). Il NTE non è un numero fisso ma una gamma di temperature ed è in rapporto all’età gestazionale, all’età post-natale e al peso e infatti tanto più pretermine è il neonato tanto maggiore sarà la temperatura ambientale richiesta.
I limiti massimi e minimi della temperatura neutra nell’adulto sono molto ampi e sono compresi fra 25-30°C mentre nel neonato sono più ristretti e nel prematuro sono ristrettissimi e ad livello più alto rispetto all’adulto. Sono tuttora valide le tabelle elaborate da Hey agli inizi degli anni ’70 (Figura 1), in quanto presentano valori simili a quelli ottenuti in diversi recenti studi.
Metodiche di assistenza termica
La temperatura di ammissione del neonato in reparto è fortemente correlata a morbilità e mortalità a qualsiasi età gestazionale. E’indispensabile in sala parto, quindi, mettere in atto tutte quelle misure per prevenire le perdite di calore da parte del neonato e mantenere la temperatura in un rande di normalità. Se non si interviene con misure adeguate la temperatura del neonato può ridursi di 0,25°C/min. nel neonato a termine e ancor più nel pretermine.
In caso di ipotermia la temperatura corporea va riportata ai valori normali gradualmente di 1-2° C all’ora e questo per evitare che un repentino riscaldamento possa vasodilatare la periferia richiedendo maggior flusso sanguigno e provocare graveipotensione.
L’assistenza termica è più facile da realizzare nel neonato a termine sano, ma è molto impegnativa per quanto riguarda il neonato prematuro e patologico.
Lo scopo dell’assistenza termica è quello di limitare al massimo la termodispersione e favorire la termogenesi. La temperatura corporea raccomandata all’ingresso in TIN per un bambino proveniente dalla sala parto è compresa tra 36,5-37,5°C e tra le misure da intraprendere per ottenere questo target riportiamo:
• Regolare la Temperatura della Sala Parto almeno a 25°C.• Ridurre le correnti d’aria.
• Utilizzare lampada radiante con sonde di temperature servo-controllate. Ricordiamo che queste lampade sono provviste di un dispositivo di sicurezza che dopo 15 minuti di funzionamento continuo e alla massima potenza impostata ed erogata riducono progressivamente questa potenza termica, ma in modalità cute (cioè servo-controllata) il calore potrà essere fornito secondo necessità cioè in funzione delle variazioni della temperatura cutanea del neonato, evitando la riduzione o spegnimento automatico della lampada. E’ importante quindi applicare subito sulla cute dell’addome del neonato una termosonda anche per evitare un surriscaldamento.
• Utilizzare un materassino esotermico sul lettino di rianimazione (una metanalisi ha dimostrato che l’uso di questi materassini per neonati < 1500 grammi è associato a una riduzione dell’incidenza di ipotermia al momento del ricovero in reparto).
• Se il neonato è a termine e sano vanno subito rimossi i telini bagnati (Figura 2), asciugato dal liquido amniotico in quanto la cute bagnata determina dispersione termica, favorito il contatto ‘Skin to Skin’ con la madre e procrastinato il bagnetto, che potrebbe comportare una riduzione della temperatura corporea anche sotto i 35°C.
• Posizionare un cappellino riscaldato.• Avvolgere i neonati con età gestazionale < 32 sett., che non hanno ancora raggiungono la capacità di termoregolazione, che avviene attorno alla 32-33 settimana di età post-concezionale, senza asciugarli, con un foglio trasparente o usare sacchetti in polietilene (la plastica impedisce l’evaporazione e minimizza la perdita di calore). Una recente metanalisi di 18 studi ha concluso che l’uso di un involucro o sacchetto di plastica aiuta incrementando la temperatura corporea di ammissione in TIN con riduzione della popolazione di neonati scarsamente riscaldati. (Figura 3: simulatore neonatale Premature Anne)
• Riscaldare tutte le superfici, i teli, l’acqua usata per la detersione della cute.
• Riscaldare e umidificare i gas somministrati a scopo medico.• Se c’è necessità di posizionare un catetere ombelicale è consigliabile ritagliare un piccolo foro nella plastica per permettere la fuoriuscita del cordone piuttosto che scoprire il neonato.
• Posizionare quanto prima il neonato prematuro o patologico nell’incubatrice a doppia parete riscaldata e umidificata per lo spostamento dalla sala parto in reparto.
• Aggiungere, eventualmente, una fonte di calore radiante dall’alto (le moderne incubatrici sono già dotate di questa possibilità).
• Porre altresì attenzione anche alle conseguenze di eventuale surriscaldamento e quindi ipertermia quando vengono messe in atto contemporaneamente più strategie di prevenzione dell’ipotermia. Si consiglia di monitorare la temperatura cutanea attraverso un sensore della temperatura coperto da un adesivo refrattario (copri-sonda) nella modalità servo-controllata (Figura 4), così da regolare automaticamente e in modo continuativo la temperatura del riscaldatore radiante o dell’incubatrice.
• Valutare, per una migliore gestione dell’aspetto termico ma anche cardio- respiratorio di un neonato pretermine, l’opportunità degli enormi vantaggi offerti dall’assistenza in modalità DRICU (Delivery Room Intensive Care Unit), come strategia altamente specializzata ed organizzata, che prevede l’utilizzo di azioni, procedure e attrezzature necessarie per la stabilizzazione del neonato, già, in sala parto così come avviene in una vera e propria unità di terapia intensiva.
Il neonato, con questa modalità, riceve assistenza altamente specialistica in una incubatrice allestita con ventilatore meccanico, sistema di aspirazione, lampada a LED, supporto per le bombole, pompe infusionali e sistema di monitoraggio (Figura 5).
Il neonato, una volta stabilizzato, viene trasportato in reparto nella stessa incubatrice, dove sosterà per il tempo assistenziale necessario, evitando, così, spostamenti inutili e pericolosi e disconnessioni dei tubi di ventilazione, dei raccordi e prolunghe infusionali e di sonde e tubi di drenaggio.
Conclusioni
Ottenere e conservare la normo-temperatura nei neonati è un aspetto prioritario e molto impegnativo anche rispettando le raccomandazioni di routine in sala parto. In previsione di un parto e in particolare di un parto pretermine bisogna considerare e tener ben presente il concetto che la regolazione della temperatura sarà un aspetto difficile da realizzare e gestire, quasi una sfida che si può affrontare solo con le dovute conoscenze, la preparazione professionale, gli atteggiamenti e le procedure corrette e le attrezzature necessarie.
Bibliografia • Cure del Neonato ad Alto Rischio 7ª edizione Avroy A. Fanaroff, Jonathan M. Fanaroff, 2020, Delfino Editore.• de Almeida MF, Guinsburg R, Sancho GA et al. ‘Hypothermia and early neonatal mortality in preterm infants’. J Pediatr. 164 (2):271-275 2014 PMID: 24210925. • Laptook AR, Salhab W, Bhaskar B, Neonatal Research N. Admission temperature of low birth weight infants: predictors and associated morbidities. Pediatrics. 2007;119(3):e643–e649.• Linee-Guida American Heart Association 2020.• Manuale MSD ‘Ipotermia nei neonati’, Robert L. Stavis PhD, MD ,2019.• Manuale di Rianimazione Neonatale 7 ª edizione , Gary M. Weiner American Academy of Pediatrics and the American Heart Association, 2016, Delfino Editore.• Oatley HK, Blencowe H, Lawn JE : The effect of coverings, including plastic bags and wraps, on mortality and morbidity in preterm and full-term neonates.• McCall EM, Alderdice F, Halliday HL, Vohra S, Johnston L. Interventions to prevent hypothermia at birth in preterm and/or low birth weight infants. Cochrane Database Syst Rev. 2018;2:CD004210.• McCarthy LK, Molloy EJ, Twomey AR, Murphy JF, O’Donnell CP. A randomized trial of exothermic mattresses for preterm newborns in polyethylene bags. Pediatrics. 2013;132(1):e135– e141.• Vohra S, Frent G, Campbell V, Abbott M, Whyte R. Effect of polyethylene occlusive skin wrapping on heat loss in very low birth weight infants at delivery: a randomized trial. J Pediatr. 1999;134(5):547–551. 48. • Vohra S, Roberts RS, Zhang B, Janes M, Schmidt B. Heat Loss Prevention (HeLP) in the delivery room: a randomized controlled trial of polyethylene occlusive skin wrapping in very preterm infants. J Pediatr. 2004;145(6):750–753.
Immagine https://www.universomamma.it/2017/06/30/aspetta-a-fare-il-bagno-liniziativa-di-uninfermiera-per-i-bimbi-neonati/
Autori
Burdi Maria Teresa, Sciannameo Simona, Tramacere Valentina, Valentini Erika, Dentico Domenico, Manzari Raffaele.
L’articolo La termoregolazione del neonato al momento del parto: gli aspetti da considerare nella gestione dell’assistenza termica scritto da Dott. Simone Gussoni è online su Nurse Times.
by Antonio | Lug 31, 2021 | News
È italiano e si chiama GIOTTO il più ampio studio multicentrico al mondo condotto su pazienti con insufficienza mitralica sottoposti a intervento di riparazione transcatetere della valvola mitrale.
Si tratta di un Registro in real-world della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE) che ha raccolto i dati dei pazienti trattati in Italia con MitraClip, una tecnica nata nel 2008 in Italia e ormai diventata standard of care secondo le linee guida delle principali società europee di cardiologia e cardiochirurgia per la riparazione transcatetere della valvola mitrale.
“La Società Italiana di Cardiologia Interventistica negli anni ha sempre avuto come mission la raccolta di dati per creare solide evidenze a supporto di terapie che hanno un impatto sulla qualità di vita e sulla prognosi dei pazienti cardiopatici, con l’obiettivo primario di mettere il paziente al centro – afferma Giuseppe Tarantini, presidente GISE – L’insufficienza mitralica, la cui incidenza è importante sulla popolazione over 70, se non trattata ha degli esiti ingravescenti sulla qualità della vita e sulla prognosi”.
I risultati del registro Giotto hanno chiaramente mostrato l’efficacia e la sicurezza della procedura con una significativa riduzione dell’insufficienza mitralica, delle ospedalizzazioni e della mortalità. L’Italia, ancora una volta, si è distinta per qualità e livello delle cure.
“Il registro GIOTTO è una eccellente fotografia a lungo termine del trattamento transcatetere dell’insufficienza mitralica in Italia – dichiara Francesco Bedogni, principal investigator dello Studio e Direttore delle Unità di Cardiologia Clinica, Interventistica e di Terapia Intensiva Coronarica all’IRCCS Policlinico San Donato di Milano – Costituisce la casistica più ampia al mondo e ci ha consentito di avere dati real word, epidemiologici, procedurali e di follow up. I dati sono stati poi raccolti in un’unica piattaforma e sottoposti a periodici controlli per assicurarne l’accuratezza: un bel successo collaborativo della cardiologia interventistica italiana.
“Lo studio GIOTTO (GIse registry Of Transcatheter treatment of mitral valve regurgitaTiOn[2]), ha coinvolto 1.659 pazienti in 22 centri dislocati su tutto il territorio nazionale, è durato circa 3 anni (da gennaio 2016 a marzo 2020) ed è stato recentemente pubblicato sull’European Journal of Heart Failure.
“La corretta selezione dei pazienti da arruolare nello Studio e il timing dell’intervento sono stati gli elementi chiave che hanno permesso di ottenere risultati ottimi sia in acuto che a follow up, ridisegnando la storia naturale della malattia.
Uno sforzo corale delle cardiologie italiane che ha permesso di ottenere dati di valore pubblicati su riviste di respiro internazionale.” – dichiara Francesco Bedogni.Lo Studio ha analizzato sia pazienti con insufficienza mitralica funzionale/secondaria (FMR) che primitiva/degenerativa (DMR).
I risultati hanno evidenziato che il successo tecnico della procedura è stato ottenuto nella quasi totalità dei pazienti arruolati con una mortalità intraospedaliera trascurabile, senza differenze significative tra FMR e DMR. Il tasso di mortalità si mantiene basso e significativamente inferiore rispetto ai pazienti gestiti con la sola terapia medica, così come le ospedalizzazioni che si riducono di oltre il 30% a due anni.
La durata della degenza nell’unità di terapia intensiva cardiologica è stata al di sotto delle 24 ore e il trattamento è associato a una significativa riduzione della severità della malattia nella quasi totalità dei pazienti.
Il Registro ha inoltre evidenziato l’importanza dell’appropriatezza delle indicazioni, ma non da meno dell’esperienza del centro, registrando un significativo incremento del successo procedurale nei centri a maggior volume di procedure.
“Grazie allo studio GIOTTO è stato anche possibile individuare degli elementi che potranno aiutare i cardiologi a selezionare al meglio i pazienti più idonei alla procedura e ottenere i risultati migliori post-intervento in termini di riduzione della mortalità e delle ospedalizzazioni. – prosegue Francesco Bedogni – Nei pazienti ad alto rischio operatorio non responder alla terapia medica tradizionale, la riparazione transcatetere della valvola mitrale si è infatti affermata come una solida alternativa terapeutica, con un miglioramento dei sintomi, della sopravvivenza e, non meno importante, della qualità della vita dei pazienti per un ritorno alla vita normale”.
Nell’ambito delle cardiopatie strutturali, il trattamento percutaneo della valvola mitrale sta assumendo sempre di più un ruolo chiave, anche in considerazione del fatto che si tratta di una patologia in costante crescita nel nostro paese, in relazione all’aumento della vita media e alle plurime patologie presenti in questa tipologia di pazienti.“La terapia transcatetere ha cambiato il paradigma di cura per quei pazienti che non possono essere operati, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo di un accesso omogeneo al trattamento.
I dati sono quindi fondamentali a supportare la diffusione di questa terapia.
Ad oggi il Servizio sanitario nazionale non soddisfa pienamente la domanda potenziale di queste procedure mininvasive, delineando un quadro di sostanziale sottotrattamento e disparità di accesso alle cure.
In alcune regioni italiane procedure come la MitraClip entrate nella pratica clinica non sono nemmeno adeguatamente rimborsate. Il GISE è attivamente impegnato al fine di garantire percorsi di cura appropriati e omogenei, evitando che i pazienti che potrebbero beneficiare di questa terapia non vengano indirizzati ai centri di riferimento.” – conclude Giuseppe Tarantini.L’insufficienza mitralica è la più frequente patologia valvolare nel mondo occidentale ed è estremamente frequente nei pazienti con scompenso cardiaco.
Oggi in Italia si stimano oltre 600mila persone con insufficienza mitralica, soprattutto over 70. Il rischio della patologia è un affaticamento eccessivo del cuore, costretto a “pompare” più sangue in circolo per contrastare l’effetto negativo della valvola che, non più efficiente, fa tornare parte del sangue indietro, dal ventricolo sinistro all’atrio.
Finora le uniche possibilità di cura erano rappresentate da farmaci, resincronizzazione cardiaca o un intervento a cuore aperto per sostituire la valvola malata. La maggior parte di questi pazienti però non può essere sottoposta a chirurgia riparativa o sostitutiva a causa degli elevati rischi procedurali.
Redazione Nurse Times
Nursing up. Rinnovo contratto infermieri: riconoscere il posto che meritano
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Dispositivi medici: “Sì all’infermiere prescrittore”
L’articolo Trattamento mini invasivo dell’insufficienza mitralica, pubblicato lo studio GIOTTO scritto da Redazione Nurse Times è online su Nurse Times.
by Antonio | Lug 31, 2021 | News
“L’infermiere stomaterapista, l’infermiere uro-riabilitatore o un fisioterapista, a nostro parere, se lavorano in una struttura ospedaliera del SSN o Regionale e hanno fatto corsi ad hoc o master specifici, acquisendo una specifica competenza nel merito, possano e devono poter prescrivere sacche, placche, cateteri, cannule tracheali, ecc.
Questo è il nostro libero pensiero in questa nuova fase pandemica, socio-assistenziale e terapeutica per l’applicazione dei PDTA.
D’altronde, in Inghilterra l’infermiere uroriabilitatore da oltre trent’anni prescrive questi prodotti e i medici non si sono mai lamentati, anzi”.
Non ha dubbi Francesco Diomede, presidente FINCOPP, la Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico, intervistato da “L’Infermiere”, periodico on line della FNOPI, sulle problematiche legate alla fornitura dei dispositivi medici per i cittadini-pazienti con particolari patologie.
“Oggi – aggiunge – la nostra Federazione come anche la FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), la FISH, la FAIP, l’A.I.Stom (Associazione Italiana Stomizzati), ne sono convinti”.
E parlando di dispositivi medici Diomede sottolinea che “La ‘libera scelta del prodotto più appropriato’ e che le Centrali Acquisto indicano gare d’appalto tramite Accordi Quadro multifornitori, in sintesi nessun prodotto può e deve essere escluso dall’Accordo. Anche perché le Aziende di settore sono pochissime.
Inoltre, chiediamo – aggiunge – di essere almeno auditi prima di ogni bando gara. Alla qualità deve essere assegnato un punteggio minimo del 90% e sui prodotti consegnati l’utenza deve poter effettuare audit civici di gradimento.
Oggi su pannoloni e traverse in molte Regioni viene consegnata roba da quarto mondo, una vera vergogna nazionale e questo accade anche nel ricco mondo nord Italia, basta vedere quello che ha fatto la Regione Lombardia con ARIA”.
Stessa lunghezza d’onda per Vincenzo Falabella Presidente FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici): “Noi paraplegici – afferma – siamo ancor più penalizzati rispetto alle persone stomizzate perché spesso le Centrali Acquisto e talune” ASL tentano sempre di assegnare/consegnare all’utenza il ‘catetere che costa meno’ e senza libera scelta”.
Redazione Nurse Times
Dispositivi medici: “Sì all’infermiere prescrittore”
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