by Antonio | Ago 31, 2019 | News
Frequentemente vi sarà capitato di discutere sulle modalità che un infermiere dovrebbe adottare qualora il dosaggio prescritto di un medicinale non sia disponibile o in commercio oppure se la via di somministrazione tradizionalmente utilizzata per quel farmaco non sia applicabile.
La pratica di dividere o frantumare le compresse viene abitualmente utilizzata con non pochi rischi per operatori e pazienti.
Riportiamo di seguito un interessante lavoro a cura di Paolo Abrate, Loredana Castellino, Guendalina Brunitto, Federica Leone, Roberta Cavalli, Francesco Cattel con la collaborazione del gruppo di lavoro sul rischio clinico – Sezione Regionale SIFO Piemonte-Valle d’Aosta.
Un non corretto utilizzo di una formulazione solida e la sua somministrazione secondo una modalità errata possono inficiare l’intero processo di cura.
Esistono situazioni quotidianamente vissute dagli infermieri nelle quali somministrare secondo indicazioni un principio attivo diventa un vero è proprio challenge farmaceutico. Basti pensare ai pazienti che presentano disfagia, ai neonati o in generale si pazienti pediatrici piuttosto che a chi è portatore di sondino naso-gastrico/naso- digiunale o PEG.
In questi casi la soluzione maggiormente adottata è quella di non utilizzare la formulazione procedendo alla sua divisione o frantumazione, correndo però il rischio di danneggiare il prodotto, andando ad inficiare di conseguenza la farmacocinetica del medicinale.
La necessità di somministrare la terapia in sicurezza ai pazienti che presentano le problematiche precedentemente citate spingono gli operatori a valutare soluzioni estemporanee, senza considerare tutti gli elementi tecnologici necessari.
Compresse e capsule rappresentano la formulazione farmaceutica più diffusa al mondo, soprattutto per la semplicità dei metodi di preparazione, l’elevata stabilità del prodotto finito, la convenienza del confezionamento, dello stoccaggio e della distribuzione.
Presentano inoltre numerosi vantaggi anche per il paziente e per gli operatori sanitari che quotidianamente le maneggiano, quali la facilità di somministrazione e l’accuratezza di dosaggio. Tuttavia presentano svantaggi in situazioni nelle quali siano presenti:
• problemi di deglutizioni correlati all’età o alle patologie;
• nutrizione enterale (con SNG o PEG)
• pazienti pediatrici;• pazienti anziani, “fragili” o politrattati;• insufficienza epatica e/o renale;• necessità di una dose individualizzata
L’alterazione della forma farmaceutica diventa necessaria. Ma cosa potrebbe succedere dividendo o frantumando una compressa o procedendo all’apertura della capsula?
Poiché l’efficacia delle compresse e delle capsule è basata sulla dissoluzione del farmaco nei fluidi del tratto gastrointestinale e sul successivo assorbimento nella circolazione sistemica, il tasso di dissoluzione della compressa o capsula è un parametro cruciale.
Manipolare una forma farmaceutica orale può quindi alterarne le caratteristiche di assorbimento e/o causarne il mancato raggiungimento del sito di azione da parte del principio attivo, oltre che causare l’instabilità del medicinale, produrre effetti irritanti locali, compromettendone la sicurezza e l’efficacia.
Riportiamo di seguito un sunto delle indicazioni fornite dalla SIFO
Pazienti disfagici Data la difficoltà di deglutizione, il paziente non riesce ad assumere forme farmaceutiche orali solide; diventa quindi necessario, ove possibile, sostituire queste ultime con formulazioni alternative (es. sciroppi, fiale, cerotti transdermici, etc.). In loro mancanza, occorre ricorrere alla frantu- mazione/dispersione di compresse/capsule, da somministrare per os in veicoli semisolidi, addensanti o soluzioni gelificate.
Pazienti sottoposti a nutrizione enterale tramite sondino nasogastrico (SNG) o gastrostomia endoscopica percutanea (PEG).
Per questi pazienti è difficile trovare una formulazione farmaceutica adeguata alla sommi- nistrazione, avendo limitato accesso al tratto gastrointestinale o essendo disfagici. Quindi spesso la sonda diventa anche la via d’accesso per la somministrazione di medicinali.
Fornire i farmaci disperdendoli direttamente nella miscela per nutrizione enterale è una pratica assolutamente da evitare, anche quando sono impiegate forme farmaceutiche liquide (sospensioni, emulsioni, soluzioni, sciroppi).
Le variazioni di pH e forza ionica del veicolo possono portare alla precipitazione dei componenti della dieta e/o dei singoli farmaci e alla successiva ostruzione della sonda, nonché all’alterazione dei parametri di biodisponibilità di alcuni farmaci.
Le Linee guida SINPE per la Nutrizione Artificiale Ospedaliera forniscono le seguenti indicazioni e raccomandazioni in caso di manipolazione delle forme farmaceutiche: • per evitare il rischio di concentrazioni troppo elevate e livello sub-terapeutici tra una dosa e l’altra, le compresse a lento rilascio non possono essere frantumate. Si possono usare in alterativa capsule con granuli a lento rilascio da sospendere in un liquido. Tenere sempre in considerazione il calibro del sondino
• le capsule gastroresistenti, se frantumate, possono causare problemi di acidità gastrica o di irritazione e portare al blocco della sonda. Esistono forme alternative, come le capsule con granuli resistenti, che possono essere aperte e il cui contenuto va sospeso in un succo acido (es. succo di mela) oppure sciolto in liquidi alcalini tamponati.
• le capsule di gelatina molle spesso contengono soluzioni; il contenuto della capsula può essere aspirato con un ago sottile in una siringa e diluito con solventi miscibili (es. olio alimentare). La so- luzione così ottenuta potrà essere infusa tenendo conto dell’eventuale fotosensibilità e del rischio di adsorbimento del farmaco dalle pareti del sondino.
Pazienti con insufficienza epatica o renaleIn questi pazienti il ricorso ad una dose inferiore a quella minima in commercio può essere richiesto dalla necessità di adattare il dosaggio al grado di compromissione epatica/renale del paziente.
Pazienti che necessitano di individualizzazioni della dose per altre ragioni
Sono questi i casi in cui ad esempio si deve verificare la risposta del pa- ziente all’inizio di un trattamento (es. farmaci a basso indice terapeutico come gli antiepilettici) o sospendere il trattamento in modo graduale. (es antidepressivi SSRI o cortisonici).
Chiunque volesse approfondire ulteriormente questa tematica può leggere il lavoro completo direttamente sul sito della SIFO.
Simone GussoniL’articolo Valutazione della divisibilità e frantumabilità di forme farmaceutiche orali solide scritto da Simone Gussoni è online su Nurse Times.
by Antonio | Ago 31, 2019 | News
La commissione europea avvia un’indagine nei confronti dello Stato Italiano a seguito delle sollecitazioni del dirigente della Uil FPL di Taranto Pierpaolo Volpe
La Commissione Europea grazie alle denunce presentate dal dirigente sindacale Pierpaolo Volpe, nel luglio scorso ha avviato un dialogo con lo Stato italiano in materia di lavoro notturno nonché sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
La Commissione Europea, ha avviato le indagini,
proprio per comprendere se le autorità italiane abbiano correttamente recepito
la normativa europea in materia di orario di lavoro (Direttiva 2003/88/CE) e se le misure adottate per
la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori dei lavoratori notturni siano
sufficienti a garantire il rispetto della direttiva europea senza che venga
compromesso lo stato di salute fisico e mentale.
Nella denuncia si è segnalato come la direttiva
2003/88/CE in materia di organizzazione dell’orario di lavoro, recepita in
Italia con Decreto Legislativo n. 66/2003, impone agli Stati membri di
adottare le misure necessarie affinché i lavoratori notturni che effettuino un
lavoro comportante rischi particolari o rilevanti tensioni fisiche o mentali
non possano lavorare più di 8 ore nel corso di un periodo di 24 ore.
Tale disposizione risulta tuttavia inapplicabile in
Italia dal momento che, sebbene siano passati oltre dieci anni dall’entrata in
vigore del decreto di recepimento, non è stato ancora emanato il decreto
ministeriale previsto all’articolo 13, comma 3, che avrebbe dovuto
stabilire l’elenco di lavorazioni notturne esposte al rischio, per le quali è
fissato il limite massimo di 8 ore lavorative giornaliere.
Vi terremo aggiornati sull’evoluzione delle indagini avviate dalla Commissione Europea non appena perverranno notizie in merito.
Redazione NurseTimes
L’articolo Lavoro notturno e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori: indagine della Commissione Europea scritto da Redazione Nurse Times è online su Nurse Times.
by Antonio | Ago 31, 2019 | News
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di dieci (10) posti di operatore socio sanitario categoria B – C.c.n.l. dipendenti delle regioni e delle aa.ll. a tempo pieno ed a tempo indeterminato
La Casa di Riposo di Legnago IPAB ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di N° 10 posti di operatore socio sanitario a tempo pieno ed a tempo indeterminato Categoria B – C.C.N.L. dipendenti delle Regioni e delle AA.L.L.
Le domande dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del 10/10/2019.
Copia del bando di concorso e dello schema di domanda verranno pubblicati sul sito dell’Ente.
Redazione NurseTimes
Allegato
Bando concorso pubblico e Fac simile Domanda
L’articolo Legnago (VR): concorso pubblico per Oss scritto da Redazione Nurse Times è online su Nurse Times.
by Antonio | Ago 31, 2019 | News
A pochi giorni dalle date prefissate per i test di ammissione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia (3 settembre 2019) e ai corsi di laurea per le professioni sanitarie si sarebbe registrato un vero boom di vendite di apparecchiature elettroniche ricetrasmittenti.
Sarebbero già migliaia i candidati in tutta Italia ad aver acquistato un mini auricolare pressoché invisibile dotato di SIM card. In un intervista pubblicata dal giornale “La Repubblica” un negoziante ha spiegato nel dettaglio il suo funzionamento.
Un box GSM apparentemente simile ad una collana viene posizionato attorno al collo del candidato mentre un secondo dispositivo wireless deve essere inserito direttamente nel padiglione auricolare dell’aspirante professionista della salute.
Un microfono amplificato permette al futuro camice bianco di poter semplicemente bisbigliare per comunicare agevolmente le domande al complice che, seduto comodamente a casa, potrà fornire le risposte più corrette.
“Un evoluzione, rispetto alle tecnologie precedenti, che erano Bluetooth”, spiega un negoziante palermitano che dichiara di averne già venduti migliaia. “Prima era necessario nascondere uno smartphone per poter comunicare, ora si può fare tutto con questo semplice dispositivo”.
Se furbizia e abilità nel reperire dispositivi elettronici degni del miglior 007 dovranno essere i principali parametri per selezionare i candidati alle prove selettive, allora ben venga l’abolizione del numero chiuso.
Cosa rischia il candidato ed il suo complice?
Si stanno moltiplicando a vista d’occhio i casi di cronaca che vedono protagonisti giovani fermati dagli agenti di polizia dopo essere stati scoperti durante un concorso pubblico o nel tentativo di superare l’esame teorico per la patente di guida grazie a simili artifizi.
Per tutti coloro che non sono riusciti a farla franca è scattata la denuncia per il reato di tentata truffa.
Simone GussoniL’articolo Professioni sanitarie e Medicina: è boom di vendite di micro-auricolari per superare il test di ammissione scritto da Simone Gussoni è online su Nurse Times.
by Antonio | Ago 31, 2019 | News
Riprendiamo la nota degli Opi Toscani sulle contrazioni degli organici adottata dall’azienda Sud Est che comprende le province di Grosseto, Siena ed Arezzo
Gli Ordini delle professioni infermieristiche di Arezzo Siena e Grosseto confermano la loro preoccupazione sugli organici.
Come ordini, Enti sussidiari dello Stato, ci occupiamo di salute della collettività anche attraverso la valorizzazione e la certificazione della professione infermieristica. Il nostro modus operandi non è la polemica e la strumentalizzazione.
Avevamo espresso preoccupazione per il mancato rinnovo del personale interinale in un mese, quello di settembre, ancora nel pieno delle ferie estive e che rischia di compromettere la qualità e la sicurezza minima assistenziale di noi tutti, di noi cittadini.
L’Azienda Sud Est ha pubblicato ieri una delibera che conferma la nostra preoccupazione: da 193 contratti di somministrazione lavoro ne saranno mantenuti da settembre 108, poco più della metà. Siamo un Ente pubblico e come tale abbiamo il dovere di essere onesti intellettualmente. Sappiamo che l’Azienda è pronta ad immettere personale di ruolo ma le graduatorie ad oggi non ci sono, anche perché non siamo certo sostenitore del lavoro interinale, anzi. Non è colpa di nessuno, se non forse di una programmazione complessa ma non sempre ottimale che sarebbe complesso analizzare in questa sede. Leggere però che l’Azienda, l’Azienda di noi tutti, esce con un comunicato stampa dove dichiara che ci saranno 108 NUOVI contratti è per noi mortificante ed avvilente. Non ci saranno 108 nuovi contratti bensì saranno MANTENUTI 108 su 193.
L’esatto contrario in termini di saldo numerico. Ci chiediamo il perché di questa modalità comunicativa. Siamo per un sistema pubblico e abbiamo condiviso in passato tante volte anche con l’Azienda percorsi di sostegno a questo sistema. Non viviamo in un paese immaginario e ben conosciamo tutte le difficoltà che affrontano tutti i decisori aziendali. Avremmo davvero voluto leggere dall’Azienda che è vero, che ci sono delle difficoltà a reclutare, che esiste una difficoltà a garantire un numero adeguato di personale infermieristico, ma che è un momento transitorio in attesa del nuovo concorso. Avremmo voluto leggere quindi un ringraziamento e parole di sostegno a tutto il personale. Un piano comunicativo comune per obiettivi comuni.
Ma forse ci sarebbe bastato almeno un silenzio rispettoso in attesa di verificare le criticità emergenti durante il mese di settembre. Così non è. Ma non siamo disfattisti e lo diciamo in anticipo noi: siamo convinti che l’elevata professionalità di tutti gli infermieri a tutti i livelli e di tutti gli OSS garantirà il massimo garantibile. Ma, attraverso i canali comunicativi diretti con tutti gli iscritti, monitoreremo con estrema attenzione questo mese difficile pronti ad intervenire per tutelare il professionista ed il cittadino. Monitoreremo non sui carteggi, ma sulla realtà operativa.
Il Presidente Ordine degli Infermieri di Arezzo, Giovanni Grasso Il Presidente Ordine degli Infermieri di Siena, Michele Aurigi Il Presidente Ordine degli Infermieri di Grosseto, Nicola Draoli
L’articolo Gli Ordini degli infermieri di Arezzo, Siena e Grosseto confermano l’allarme sul fabbisogno Infermieristico scritto da Redazione Nurse Times è online su Nurse Times.